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Le strategie del pensiero italiano. Un approccio genealogico all’Italian Thought
Federico Di Blasio
EPEKEINA. International Journal of Ontology. History and Critics, 2020
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Introduzione a Vita, politica, rappresentazione. A partire dall'Italian Theory (Ombre Corte, Verona 2016)
Danilo Mariscalco, Pietro Maltese
Quando si parla di Italian Theory ci si riferisce a un canone, a un paradigma, a un contro-canone, a uno stile di pensiero? È legittimo l'accostamento di autori tanto diversi e, talora, in polemica opposizione? Ha un fondamento il sospetto secondo cui l'Italian Theory non sarebbe altro che l'ennesimo (e prevedibilmente effimero) trend filosofico condannato al medesimo destino di altre tendenze un tempo altrettanto à la page? Oppure la riapertura del dossier sul pensiero radicale italiano è operazione che consente feconde letture del presente? I saggi qui raccolti muovono da tali interrogativi e tentano di esplorare le istanze poste dalla differenza italiana sul piano specifico della (bio)politica e delle corrispondenti forme di rappresentazione, proponendo un rinnovato confronto fra le armi della critica e la crisi, a un tempo determinante e determinata, dei modelli. Il problema resta quello, annoso e antico, del rapporto fra teoria e pratica. Se il pensiero italiano contemporaneo è estroflesso e conflittuale, allora non dovrebbe esso, se non guidare e orientare, quanto meno intrattenere una stretta relazione con il campo della prassi politica? Contributi di Sandro Chignola, Roberta Coglitore, Michele Cometa, Roberto De Gaetano, Roberto Esposito, Michele Filippini, Dario Gentili, Pietro Maltese, Danilo Mariscalco, Mauro Pala, Ingo Pohn-Lauggas
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La filosofia italiana come problema
Marcello Mustè
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La differenza italiana. Filosofi(e) nell'Italia di oggi [XV, 2014 (II)]
Federica Buongiorno, Antonio Lucci, Lo Sguardo - Rivista di Filosofia
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Biopolitica e biopotere. Da Foucault all'Italian Theory e oltre
Riccardo Campa
Orbis Idearum. European Journal of the History of Ideas, 2015
By the mid-seventies of the twentieth century, Michel Foucault had introduced the terms “biopolitics” and “biopower” into the philosophical vocabulary; concepts that he used in his studies on the history of sexuality. The elaborations of the French thinker have been taken and developed, since the mid-nineties, by several Italian intellectuals, including Giorgio Agamben, Antonio Negri, and Roberto Esposito. Since that time, studies on biopolitics and biopower have been strongly associated with the tradition of Italian political philosophy, so much so that abroad they are often categorized under the label “Italian Theory”. In this article, I trace the history of the two ideas in an effort to better delineate their meaning and implications.
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Roberto Esposito e il problema dell’Altro nell’“Italian Thought”
Pietro Garofalo
Since Roberto Esposito has published in Italy a book with the suggestive title “Living Thought. The Origins and Actuality of the Italian Philosophy” in 2010, congresses, seminars and publications about the so called “Italian thought” have been increased. However, the question, what this specificity of an Italian thought consists in, remains controversial. The main question can be summarized as follows: what is in common between authors such as Dante, Bruno, Machiavelli, Croce, Agamben, Gramsci, Negri and others, who lived in different times and had different philosophical interests? If many authors have criticized Esposito’s proposal, my aim is to underline that what is at stake with the “Italian thought” is not only, and firstly, the historical reconstruction of an italian philosophical genealogy, but a theoretical proposal which puts in foreground the categories of “life” and “conflict” as key categories for the current political philosophy.
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Negatività come sfera del Politico
Mikołaj Ratajczak
The text discusses the role of the notion of negativity in contemporary Italian political philosophy.
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L'economia del debito tra ascesi e biopolitica : crisi, accumulazione e spirito del capitalismo
Luca Onesti
2018
Questo lavoro raccoglie, con un approccio multidisciplinare, diverse prospettive di storia economica e di filosofia politica, con l’intenzione di individuare nella cosiddetta “economia del debito” alcune delle caratteristiche fondamentali della fase che il capitalismo sta attraversando nei decenni che sono seguiti agli anni Settanta del Novecento. Inserendoci sin da subito all’interno del dibattito che sul debito si è aperto a seguito della “crisi” del 2007, riteniamo infatti che il debito sia, citando Maurizio Lazzarato, da considerarsi come una “tecnologia di governo” e che su di esso, piuttosto che sul libero scambio, ci si debba concentrale se si vogliono comprendere quali rapporti e differenziali di forza sono sottesi alla costruzione globale dell’economia capitalista. Per comprendere la logica di egemonia che informa questo edificio, la nostra analisi si è sdoppiata su due livelli: da un lato, con autori come Braudel, Arrighi, Harvey, Federici e Amin, ci siamo concentrati sull...
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Jacopo D’Alonzo, La filosofia politica di Giorgio Agamben. Concetti, metodi e problemi
JACOPO D'ALONZO
The following article will analyse the main concepts of Agamben's political philosophy and especially the key notions of his project Homo sacer (1995-2015). Firstly, it will show the way in which Agam-ben's philosophy cannot be absolutely seen as political manifesto. Indeed, Agamben's reflection is a radical investigation concerning a wide range of traditional political categories. But exactly for this reason, Agamben's philosophy represents a theoretical solution to some problematic aspects of Western political philosophy. Furthermore, the following article will describe the structure of Agamben's argumentations and the peculiarities of his method. Consequently, we will focus on some features of Agamben's approach regarding politics, language, anthropology and so forth. Finally, we will try to advance a set of arguments to highlight the most significant conundrums of Agamben's political philosophy.
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Il pensiero italiano contemporaneo, Mosaico Italiano, ISSN 21759537, ANO XIII -NUMERO 186
Patricia Peterle, Andrea Santurbano, Mosaico Italiano
Mosaico Italiano, ISSN 21759537, 2019
Il pensiero italiano contemporaneo Sempre più filosofi italiani, nel corso degli ultimi anni, sono saliti alla ribalta del dibattito internazionale, politico e culturale. Giorgio Agamben, Roberto Esposito, Emanuele Coccia, solo per citare alcuni nomi, sono ormai punti di riferimento nelle bibliografie di molte istituzioni accademiche, dentro e, soprattutto, fuori dall’Italia. La letteratura e l’arte in generale possiedono spesso il proprio oggetto senza “conoscerlo”, mentre la filosofia può arrivare a conoscerlo senza “possederlo”. In questo circolo virtuoso si può pensare a sfere della creazione e del sapere che si inseminano a vicenda, suscitando riflessioni sulla vita, sulla morte, sul nostro stare al mondo e continuare a esistere come individui, insomma. Sembrerebbe poco, scontato o addirittura retorico, ma di antidoti contro un’ebetudine indotta e generalizzata c’è più che mai bisogno. Altrettanta ripercussione ha guadagnato negli ultimi anni l’idea che il “pensiero italiano” abbia sempre costituito, sin dalle sue origini (Dante, Machiavelli, Vico), un approccio originale, coerente e omogeneo al modo di concepire in stretto dialogo e con mutua proficuità sfere come storia, politica e cultura. Questo senza schematismi disciplinari e rompendo una prospettiva cronologica e storicistica. Certamente questo non sarà il luogo per risolvere tale questione, ma per darne almeno conto sì. In tal senso questo numero raccoglie brillanti contributi di studiosi e professori di università brasiliane, di teoria e letterature comparate, scaturiti da un incontro realizzatosi nello scorso mese di giugno presso l’Universidade Federal de Santa Catarina (Florianópolis, Brasile), dal titolo appunto “Literatura e arte no pensamento italiano contemporâneo”. Al centro degli interventi vi sono soprattutto Roberto Esposito e il suo pensare la filosofia nell’esperienza del cronachismo giornalistico, ancora Esposito con una riflessione su bio e tanatopolitica, Enzo Traverso e il ripensare una sinistra oggi e Emanuele Coccia con il suo elogio alla vita delle piante e, al contempo, con la proposta di una nuova forma di relazione tra mondo umano e vegetale. Nella letteratura tante di queste riflessioni prendono icasticamente forma, com’è il caso di un racconto di Santiago Dabove, inserito nella famosa Antologia del racconto fantastico di Borges, Ocampo e Bioy Casares, oppure dell’opera trasversale di un autore come Giovanni Raboni, in cui si fa spazio il pensiero dell’inattualità, o meglio, dell’anacronismo. Ancora più urgente e doveroso è infine uno sguardo sull’immigrazione in Italia, che tante delle questioni in gioco riassume, attraverso l’opera interculturale dello scrittore italo-algerino Amara Lakhous. Buona lettura! Gli editori INDICE Raccontando casi: Roberto Esposito e lo stile della filosofia come esperienza Pedro de Souza Il vivo e il morto nel pensiero italiano (da Vico a Enzo Traverso) Kelvin Falcão Klein Dalla vita delle piante all’ontologia della polvere André Zacchi Voci in dialogo: intersezioni a partire da Alcesti di Giovanni Raboni Elena Santi Voci migranti: la letteratura dello shock migratorio Giorgio Buonsante Rubrica La bottega del Verrocchio Francesco Alberoni PASSATEMPO Luglio 2019 Editora Comunità Rio de Janeiro - Brasil www.comunitaitaliana.com mosaico@comunitaitaliana.com.br Direttore responsabile Pietro Petraglia Editori Andrea Santurbano Fabio Pierangeli Patricia Peterle Revisore Elena Santi Grafico Wilson Rodrigues
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